LOG Off #4

A cura di CRAC Centro in Romagna Ricerca Arte Contemporanea

29.3 – 7.4 2019

Il progetto nasce dalla constatazione dell’invadenza della comunicazione via internet nella nostra vita quotidiana – spiegano i curatori di CRAC – di come le persone siano sovraccaricate da miriadi di input che arrivano ogni giorno attraverso i media e soprattutto dai social media.

In questa ulteriore edizione di LOG Off, dopo i buoni riscontri di Fusignano, Lugo e Bagnacavallo, si desidera nuovamente stimolare le persone a trovare tempi e modi per distaccarsi temporaneamente da ogni media e a ritrovare un contatto diretto ed empatico, uno spazio interiore più ampio e un lento soffermarsi all’ascolto e alla visione.

Immaginare in modo più naturale e soggettivo ci porta un sicuro benessere.

Meditare su di noi attraverso le opere degli artisti, e all’interno dei laboratori proposti, può donarci spazio e maggiore consapevolezza come solo l’arte sa fare. Con le loro opere gli artisti in mostra ci offrono letture e suggestioni diverse sul tema.

Il Collettivo C37 invita a spegnere lo schermo e tornare a fare entrare in sé il silenzio e le vibrazioni della vita. Analogamente Antonio Caranti propone concretamente uno spazio per meditare, fermarsi e ricominciare ad ascoltare la natura, fondamentale per l’uomo. Rosa Banzi ci invita ad alleggerirci dell’immagine virtuale e di ciò che la produce, per camminare, respirare, recuperare lo spazio fisico, come dimensione concreta e possibilità di immaginazione soggettiva. Altri artisti evidenziano ironicamente cosa può succedere nell’uso eccessivo dei social media come Silvio Canini che idea, la cuffia altruista, dotata di altoparlanti, che abolendo completamente la privacy nelle conversazioni al cellulare, fa sentire a tutti cosa ci si racconta. Oppure Fausto Ferri ironizza sulle conseguenze del sovraccarico di input provenienti da internet, come  la perdita del contatto con i propri piedi, perduti in giro, o delle proprie gambe come fa Davide Sapigna, che con le sue sculture ci mette in guardia anche dall’aumento della confusione mentale e alla frammentazione di idee e pensieri. Per certi versi anche le foto di Linda De Luca, sottolineando il senso di limitazione che può crearci il web, esprimono la perdita e il riappropriarsi della sensibilità per le percezioni sensoriali e di ciò che ci circonda. Alessia Agnoletti  evidenzia il nostro collegamento con la natura sia corporea, sia ritrattata come la carta, attraverso i segni che rintracciamo sul corpo. Alla natura ci rimanda anche il lavoro multiplo di Roberta Baldaro che ridisegna la geografia  di un territorio con la propria immaginazione, coniugando fotografia e disegno a matita, e  stimolandoci a riattribuirne un personale significato soggettivo. Gianni Mazzesi con video pubblicati in rete, rimanda alla relazione con la morte, in questa epoca mediatica, per potersi risentirsi vivi e abbracciati con gli altri essere umani. Maria Giovanna Morelli si mette nei panni di un bambino che a volte non riusciamo davvero a guardare, facendoci  riflette su cosa può suscitare l’uso eccessivo del virtuale.

Presentation and critical text “LOG Off #4”

The project stems from the observation of the intrusiveness of internet communication in our daily life – explain the curators of CRAC – of how people are overloaded with myriads of inputs that arrive every day through the media and especially from social media.

In this further edition of LOG Off, after the good results of Fusignano, Lugo and Bagnacavallo, we want to stimulate people again to find times and ways to temporarily detach themselves from every media and to find direct and empathic contact, a wider inner space and a slow pause to listen and to vision. Imagining in a more natural and subjective way brings us a sure well-being.

Meditating on us through the works of the artists, and within the proposed workshops, can give us space and greater awareness as only art can do. With their works the artists on display offer us different readings and suggestions on the theme.

Collective C37 invites you to turn off the screen and return to let the silence and vibrations of life enter into you. Similarly, Antonio Caranti concretely proposes a space to meditate, stop and start listening to nature, which is fundamental for man. Rosa Banzi invites us to lighten the virtual image and what produces it, to walk, breathe, recover the physical space, as a concrete dimension and the possibility of subjective imagination. Other artists ironically highlight what can happen in the excessive use of social media such as Silvio Canini who conceives, the altruistic headset, equipped with speakers, which completely abolishing privacy in cell phone conversations, makes everyone feel what they are telling us. Or Fausto Ferri is ironic about the consequences of the overload of inputs from the internet, such as the loss of contact with one’s feet, lost around, or of one’s legs as Davide Sapigna does, who with his sculptures also warns us against the increase mental confusion and fragmentation of ideas and thoughts. In some ways even Linda De Luca’s photos, underlining the sense of limitation that the web can create, express the loss and re-appropriation of sensitivity for sensory perceptions and what surrounds us. Alessia Agnoletti highlights our connection with nature, both bodily and retracted like paper, through the signs we trace on the body. Nature also refers us to the multiple work of Roberta Baldaro who redesigns the geography of a territory with his own imagination, combining photography and pencil drawing, and stimulating us to re-attribute a personal subjective meaning to it. Gianni Mazzesi with videos published online, refers to the relationship with death, in this media era, in order to feel alive and embraced with other human beings. Maria Giovanna Morelli puts herself in the shoes of a child that sometimes we can’t really look, making us reflect on what can cause excessive use of the virtual.

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