FRONTIERA passaggio e possibilità
Testo critico di Patrizia Cauteruccio
Esiste una zona sospesa tra un “dentro” e un “fuori”.
Una zona che ha l’intento pragmatico di segnalare l’appartenenza e l’esclusione da uno spazio disegnato o immaginato; una zona che crea infinite opposizioni concettuali: interno ed esterno, vicino e lontano, ordine e disordine, reale e irreale.
Questa zona è chiamata frontiera e si manifesta nella sua natura dualistica come dispositivo separatore e allo stesso tempo come strumento di comunicazione, capace di mettere in relazione elementi apparentemente opposti. La frontiera, che ancora oggi appartiene al naturale processo di auto-definizione, implica infatti consapevolezza della propria dimensione ma anche di qualcosa di diverso, di “altro”. Diventa così
una cerniera fra due realtà, che trae alimento da queste, se ne nutre fino a far sì che la sua caratteristica principale sia la permeabilità.
Si instaura dunque un dialogo, burrascoso o pacifico, fra le realtà interne ed esterne favorendo una commistione di elementi. Non a caso Zygmunt Bauman definisce le frontiere workshop creativi dell’arte di vivere insieme. Sono queste considerazioni che spiegano l’adozione della parola frontiera piuttosto che confine anche se nell’uso corrente i due termini vengono spesso utilizzati come sinonimi. Il confine è un limite netto, sicuro, stabile fra due realtà e ha una connotazione principalmente geografica.
La frontiera ha un significato più ampio ed evocativo: non una linea ma una zona. La frontiera è instabile, inafferrabile, destinata a mutare con rapidità e a contaminarsi. Presuppone una relazione fra il dentro e il fuori, così come presuppone un punto di vista dall’interno verso l’esterno, uno sguardo che oltrepassa il confine per scorgere cosa c’è al di là di esso. Si tratta dì uno sguardo verso uno spazio indefinito che genera due sentimenti opposti, paura e al contempo voglia di avventurarsi in un territorio poco conosciuto, il territorio della possibilità.
È facile intuire come la frontiera sia dunque terreno fertile per gli artisti. che possono immergersi ìn questo mondo fatto di commistione e curiosità, lasciando molto spazio all’immaginazione creativa. Proprio l’artista, per sua natura instancabile narratore visivo e interprete di esperienze concrete, ha indagato il tema proposto secondo la propria sensibilità fornendo una grande varietà di interpretazioni del concetto di frontiera.
Presentation and critical text “BORDER passage and possibility” by Patrizia Cauteruccio
There is an area suspended between an “inside” and an “outside”.
An area that has the pragmatic intent of signaling belonging and exclusion from a space designed or imagined; an area that creates infinite conceptual oppositions: internal and external, near and far, order and disorder, real and unreal.
This area is called the frontier and manifests itself in its dualistic nature as a separating device and at the same time as a communication tool, capable of relating apparently opposite elements. The frontier, which still belongs to the natural process of self-definition, in fact implies awareness of one’s own dimension but also of something different, “other”. It becomes like this a hinge between two realities, which draws food from these, feeds on them until its main feature is permeability.
A stormy or peaceful dialogue is therefore established between the internal and external realities, favoring a mixture of elements. It is no coincidence that Zygmunt Bauman defines the frontiers of creative workshops on the art of living together. It is these considerations that explain the adoption of the word frontier rather than border although in current usage the two terms are often used interchangeably.
The border is a net, safe, stable limit between two realities and has a mainly geographical connotation. The border has a broader and more evocative meaning: not a line but an area. The frontier is unstable, elusive, destined to change rapidly and become contaminated. It presupposes a relationship between inside and outside, just as it presupposes a point of view from the inside to the outside, a gaze that goes beyond the boundary to see what is beyond it.
It is a glance towards an indefinite space that generates two opposite feelings, fear and at the same time the desire to venture into a little-known territory, the territory of possibility. It is easy to understand how the frontier is therefore fertile ground for artists. who can immerse themselves in this world of mingling and curiosity, leaving a lot of space for creative imagination.
Just the artist, by his tireless nature visual narrator and interpreter of concrete experiences, has investigated the proposed theme according to his own sensitivity by providing a great variety of interpretations of the concept of frontier.